Slowfood, Mov. Decrescita Felice, Navdanya (e tanti altri!) a San Marino per Banca della Vita

 

 

Perché le sementi? Perché sono la base del cibo e tutelarle significa anche difendere la sovranità alimentare. L’idea è quella di realizzare sul territorio sammarinese – inizialmente su un terreno di due/tre ettari – una realtà indipendente, apolitica e senza scopo di lucro che difenda la biodiversità attraverso la coltivazione, tutela, commercializzazione delle sementi, dei frutti antichi ed autoctoni. Questo progetto è realizzabile grazie all’autonomia della Repubblica di San Marino rispetto alle normative europee che impongono agli agricoltori la coltivazione delle sole sementi registrate (con il relativo “libretto di istruzioni” che indica quale fertilizzante/pesticida abbinare) e che impediscono di fatto ai contadini di scambiarsi liberamente le sementi. Impedire lo scambio libero delle sementi significa ostacolare un’attività che gli esseri umani portano avanti da millenni, da quando esiste l’agricoltura e che ha permesso di preservare la biodiversità e la qualità dei cibi. Biodiversità e qualità che stanno progressivamente scomparendo a vantaggio delle multinazionali che, di fatto, obbligano gli agricoltori a produrre cibo standardizzato, uguale in tutto il mondo. In Italia, ad esempio, sono a rischio oltre 500 specie di piante alimentari; in Messico, culla del mais, si è perso l’80% delle varietà tradizionali. Molti agricoltori sono andati in rovina a causa dei debiti per pagare i diritti d’autore alle multinazionali, che si sono ingiustamente impossessate dei semi selezionati dal lavoro millenario di contadine e contadini, dimostrando una progressiva tendenza al controllo totale sull’approvvigionamento dei semi e quindi sul cibo. La perdita di biodiversità colturale porta, e ha già portato in passato, a forti carestie e problemi per la salute delle colture che, non differenziandosi più a livello genetico, possono ammalarsi gravemente distruggendo interi raccolti. Da qui l’importanza delle banche delle sementi per preservare le varietà di semi: luoghi che restituiscono agli agricoltori la libertà di scambiarsi le sementi e preservare un patrimonio che è anche storico e culturale oltre che alimentare. Il progetto Banca della Vita punta quindi a far diventare la Repubblica di San Marino la terra della biodiversità, oltre a dare impulso a un nuovo modello di economia grazie anche a tutte le attività di contorno al progetto principale (formazione, ricerca, turismo, nuove professionalità ecc.).

E’ un progetto che nasce all’interno del movimento RETE e al quale i Consiglieri e i membri di Commissioni destinano il 40% dei loro gettoni di presenza, accumulati negli ultimi anni in un piccolo fondo. Ma è un progetto che il nostro movimento intende regalare a San Marino senza voler apporre etichette politiche di sorta; un progetto che dovrà camminare con le proprie gambe e che sarà a beneficio dell’intera comunità. E’ anche per questo motivo che i lavori per la costituzione del Consiglio di amministrazione e per la stesura dello Statuto di Banca della Vita (che si terranno nella giornata di mercoledì 25 giugno, a porte chiuse) saranno portati avanti da membri di organizzazioni riconosciute a livello italiano e internazionale (Slowfood, Navdanya, Movimento Decrescita Felice ecc). A garanzia di un lavoro di qualità, di obiettivi condivisi, a lungo termine e in grado di assicurare alla Banca della Vita di San Marino una risonanza di livello internazionale.

Allo stesso tempo, Banca della Vita parte dalle specificità del nostro territorio. Non a caso sono presenti l’associazione Civiltà Contadina, Rees Marche e altre realtà del circondario. E non a caso il progetto è stato presentato anche gli Assessori di Rimini Irina Imola (Politiche comunitarie) e Sara Visintin (Ambiente, Politiche per lo sviluppo sostenibile) che hanno manifestato la loro piena disponibilità a collaborare. Per concludere, le istituzioni sammarinesi che abbiamo cercato di coinvolgere: le Segreterie di Stato per gli Affari Esteri, per l’Industria, per le Finanze, per il Turismo, per la Cultura, e naturalmente Segreteria per il Territorio e UGRAA. Un ringraziamento particolare al Consorzio Terra di San Marino, che ha colto pienamente lo spirito dell’iniziativa e manifestato sin da subito entusiasmo, sensibilità e voglia di contribuire concretamente alla realizzazione della Banca della Vita.

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RETE da Slow Food: continua il progetto Banca della Vita

 

Nel week end del 15 e 16 marzo, una delegazione del Movimento RETE ha partecipato con entusiasmo alle giornate organizzate nelle Marche e dedicate alla presentazione del libro del Presidente di Slow Food International, Carlo Petrini, dal titolo “Cibo e Libertà”.

Importante e molto significativa l’affluenza di cittadini, associazioni ed istituzioni marchigiane, alle lezioni di Petrini, considerato dal britannico The Guardian come una delle 50 persone che salveranno il mondo: emerge forte la sensazione secondo cui l’attuale politica non stia centrando gli argomenti che saranno invece centrali per affrontare e superare la crisi.

Il fondatore di Slow Food, l’associazione no-profit presente in circa 150 paesi, analizza la crisi che l’intero mondo sta vivendo: una crisi che non è di tipo classico e lineare. Quella che stiamo vivendo è una crisi ENTROPICA, legata cioè all’energia: per produrre i beni di consumo e sostenere l’accumulo di capitali stiamo consumando molta più energia di quanto in realtà abbiamo bisogno e di quanto il pianeta possa sostenere. E questo sta riguardando tutti i paesi, San Marino compreso.

Per questo l’attuale crisi non può essere affrontata con delle soluzioni classiche, come quella di incentivare i consumi, non facendo altro che alimentare così il processo del “consumo per il consumo”.

La crisi entropica richiede invece di essere affrontata creando un modello di economia che affronti le tematiche urgenti attraverso nuovi modi di pensare, nuovi paradigmi.

Lotta allo spreco, ritorno alle buone pratiche, rafforzamento del le economie LOCALI con una politica che sia alleata dell’economia del territorio; forme di democrazia partecipativa in cui i cittadini siano protagonisti e non solo “votanti” passivi… queste le tematiche urgenti a cui occorre trovare risposta!

Traslando su San Marino questa situazione, emergono per contrasto ancora di più tutti i limiti dello “sviluppo” inteso anche dall’attuale governo, che punta il tutto per tutto su investitori esteri, sulla bassa pressione fiscale e sulle defiscalizzazioni indiscriminate, fattori che non sono affatto garanzia di uno sviluppo serio.

Quanto queste tematiche siano urgenti, attuali e affatto marginali, lo hanno dimostrato le centinaia di persone accorse all’evento, molti rappresentanti di Associazioni, Consorzi, ed enti che rappresentano una sempre maggiore presa di coscienza della necessità di essere protagonisti e di reagire di fronte al disinteresse della politica a queste tematiche.

In questo contesto abbiamo avuto l’occasione di incontrare Carlo Petrini confrontandoci sul progetto “Banca della Vita”, su cui RETE sta lavorando e che ha già presentato alle varie Segreterie di Stato di San Marino e a diversi enti potenzialmente interessati, che vedrà una collaborazione attiva anche di Slow Food: un progetto che, a partire dalle tematiche virtuose della tutela della biodiversità e delle sementi antiche e autoctone, intende affrontare in modo lungimirante ed innovativo la crisi che anche San Marino sta vivendo, facendo della nostra piccola Repubblica un fulcro di esperienze multidisciplinari ma collegate all’unico filone della Libertà intesa come Biodiversità.

RETE raccoglie dunque l’entusiasmo e l’interesse dimostrato anche da Slow Food e da Carlo Petrini per il progetto “Banca della Vita”, con la convinzione che San Marino possa farsi promotrice ed anticipare quelle risposte concrete da poter mettere sul campo (in tutti i sensi!) per una nuova strategia di sviluppo che, proprio perché parte dalle condizioni esistenti e dalle risorse locali, diventa di respiro internazionale.

Movimento R.E.T.E.

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RETE ha i semi in testa!

 

 

Passare da paradiso fiscale a paradiso della biodiversità non solo è possibile ma è un percorso già in divenire.

RETE sta lavorando da tempo a un progetto in questo senso e lo scorso weekend ha partecipato a due importanti avvenimenti: sabato a Parma all’inaugurazione della Scuola dell’Agrivillaggio e della Decrescita Felice e domenica ad Arcevia (Marche) al seminario nazionale organizzato dalla Cooperativa La Terra e il Cielo per promuovere l’agricoltura biologica e la libertà delle sementi rispetto ai brevetti estorti dalle multinazionali.

A Parma abbiamo potuto incontrare vecchi “amici” come Maurizio Pallante e Giovanni Leoni e partecipare all’inaugurazione Scuola dell’Agrivillaggio e della Decrescita Felice, rivolta ad acquirenti consapevoli e imprenditori responsabili. Cioè a coloro in grado di avviare il cambiamento possibile nell’economia reale a partire però da principi nuovi. Da principi che connettono la vita delle persone alla comunità e all’ambiente e non a squallidi giochini finanziari di speculazione.

Domenica invece, ad Arcevia, oltre ad aver assistito ad un interessantissimo e affollatissimo seminario in cui abbiamo avuto la possibilità di portare anche un nostro breve intervento e di accennare al nostro progetto sulle sementi, abbiamo avuto l’onore di incontrare e avere un colloquio con l’economista indiana di fama mondiale Vandana Shiva. Ecologista e attivista, scienziata e filosofa, è una delle più autorevoli voci mondiali in difesa della natura e della sua biodiversità. Si è laureata in fisica quantis­tica in Canada ma al ritorno a casa dopo gli studi, vedendo la sua terra, l’Himalaya, trasformata e impoverita dai progetti inter­nazionali sostenuti dalla Banca Mondiale, ha deciso di dedicare tutta se stessa alla battaglia per la salvaguardia della sua terra e del pianeta. Nel 1991 ha dato vita a Navdanya, un movimento per proteggere la diversità e l’integrità delle risorse viventi, specialmente dei semi autoctoni in via di estinzione a causa della diffusione delle coltivazioni in­dustriali. Nel ’93 ha ricevuto il Right Livelihood Award  (Premio al corretto sostentamento, una sorta di Premio Nobel alternativo per il riconoscimento agli sforzi compiuti da persone e gruppi, in particolare del Sud del mondo, per una società migliore e un’economia più giusta).

Proprio lei è stata ispiratrice della Carta di Arcevia, sottoscritta dal Movimento RETE durante l’evento, che impegna i firmatari a diffondere e realizzarne i contenuti a favore  di un nuovo modello alternativo di agricoltura basato sulla valorizzazione della biodiversità e contro l’utilizzo di OGM. Modello che si sta estendendo e che viene sempre più richiesto sia dagli agricoltori che dai consumatori.

Una volta tanto la Repubblica di San Marino si è distinta non per speculazioni finanziarie, non  per diplomatici collusi, non per corruzione, ma per un progetto che, secondo le parole della stessa Vandana Shiva potrebbe portare gli occhi su San Marino come “eroe del cibo nel mondo”. E queste parole la Shiva le ha riferite al Segretario al Territorio Matteo Fiorini, il quale ha accolto con favore l’invito di RETE ed ha conosciuto di persona sia Maria Grazia Mammuccini del gruppo Navdanya International che la Dott.ssa Vandana Shiva.

Da dove nasce l’idea di RETE? Come già noto, il nostro Movimento accantona buona parte degli introiti provenienti dalla politica: per statuto il 40 % di ogni gettone viene lasciato al Movimento stesso, che ha l’obbligo con questi soldi di dare vita a progetti concreti e virtuosi. Il suo primo progetto, parla di libertà, di giustizia e di vita….a partire da degni rappresentanti di questi valori: i SEMI!! E quale posto migliore a livello mondiale di una piccola Repubblica, situata in una posizione strategica rispetto all’Europa ma con una certa autonomia rispetto alle sue normative, simbolo di antichità e indipendenza?

RETE non solo ha sottoscritto la Carta di Arcevia dunque, ma ne ha proposto un modello di realizzazione concreta, che assieme a personaggi impegnati livello mondiale nella lotta per la diffusione delle sementi e di un nuovo modello culturale ed economico basato sull’agricoltura ecologica e locale, potrebbe rendere San Marino un fulcro mondiale per la tutela della biodiversità.

Libertà e sovranità sarebbero valori rinnovati attraverso la libertà di coltivazione e la sovranità alimentare. San Marino sancirebbe il passaggio definitivo da paradiso fiscale a paradiso di biodiversità,  rappresentata dalle sementi autoctone e locali, di cui la nostra Repubblica potrà divenire base per la loro coltivazione e preservazione. Il tutto senza coinvolgere né finanziare persone indagate o arrestate per truffa e senza gravare sul bilancio (casi Meeting e Parco Scientifico Tecnologico).

Da qui nasce la forza del Movimento RETE, dal suo essere formato da rappresentanti di quella sempre più numerosa  società civile che è stanca di un modello basato sulla finanza e vuole e pretende dal proprio paese un rinnovamento vero; da persone che anziché creare debito nei bilanci dei propri partiti e nel paese, evitano gli sprechi ed accantonano per investire in progetti virtuosi per il futuro e la salute dei propri cittadini; che anziché cercare riscatto dall’estero attraverso contatti in Russia, Cina, Brasile, si impegnano creando collaborazioni concrete con le realtà vicine, guadagnandosi un meritato rispetto da parte dei presenti grazie ad un progetto concreto e condiviso. Niente figuracce insomma per San Marino, grazie ai rappresentanti di RETE, ma anzi applausi, contatti e collaborazioni con importanti enti regionali, nazionali ed internazionali, che per primi si avvicinavano con la volontà di fornire contributi al progetto. Coldiretti Regione Marche, Upbio, FIRAB, Slow Food,  Associazione NOGM,  ANABIO, e soprattutto Navdanya International e il Movimento per la Decrescita Felice.

Vi terremo informati sulle evoluzioni di questo progetto che già vede la collaborazione dell’UGRAA e della Segreteria per il Territorio. Come ha detto il Segretario Fiorini alla Shiva “stiamo mettendo il primo seme” per questo rinnovamento. Ringraziamo il Segretario Fiorini per la sua preziosa presenza, augurandoci una proficua collaborazione per fare del nostro paese un emblema di sostenibilità nel mondo.

Un ringraziamento a tutto il gruppo di RETE e tutti coloro che stanno partecipando al progetto,  che si stanno impegnando per una San Marino migliore, e chiunque sia interessato alla realizzazione del nostro progetto sulle sementi è invitato a contattarci. Perché, come dice Vandana Shiva “Abbiamo la responsabilità delle generazioni a venire e per loro occorre creare un nuovo modello. Incoraggiare la diversità è l’unica strada per la sostenibilità e la libertà”.

Movimento R.E.T.E.

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